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Nuovo titolo V della Costituzione: le norme del Ministero della Salute diverrebbero “prescrittive” per le Regioni
La riforma del titolo V della Costituzione è un tema di cui si parla poco. Approfondiamo il tema per gli aspetti sanitari.
La riforma del Titolo V della Costituzione – avvenuta con la legge costituzionale n. 3 del 18 ottobre 2001 – ha affidato la tutela della salute alla legislazione concorrente tra Stato e Regioni, delineando un sistema caratterizzato da un pluralismo di centri di potere e ampliando il ruolo e le competenze delle autonomie locali. Infatti, l’art. 117 della Costituzione stabilisce che lo Stato mantiene la competenza legislativa esclusiva in una serie di materie specificamente elencate, mentre il comma 3 dello stesso articolo decreta che le Regioni possono legiferare nelle materie di competenza concorrente, nel rispetto dei princìpi fondamentali definiti dallo Stato. Purtroppo, tale “concorrenza” ha perso il suo significato di complementarietà, configurando un’antitesi proprio sui princìpi fondamentali e generando un federalismo sanitario atipico e artificioso, non solo per le dinamiche istituzionali messe in campo (legislazione concorrente), ma anche per la sua genesi anomala visto che di norma i federalismi nascono da stati autonomi che si uniscono e non il contrario, come accaduto in Italia.
In altre parole la riforma del Titolo V che – delegando a Regioni e Province autonome l’organizzazione e la gestione dei servizi sanitari – puntava ad un federalismo solidale, ha finito per generare una deriva regionalista, con 21 differenti sistemi sanitari dove l’accesso a servizi e prestazioni sanitarie è profondamente diversificato e iniquo.
Con la nuova legge costituzionale, – sottoposta al referendum costituzionale del prossimo 4 dicembre- il Titolo V della Costituzione italiana viene riformato con l’abolizione della legislazione concorrente fra Stato e Regioni. Il Ministro della Salute ha dichiarato che “Il Titolo V è proprio una cosa che la gente vive quotidianamente, soprattutto per la parte sociale e sanitaria” e che “sono tantissimi i contenziosi, accesi dal 2000 in poi, per quanto riguarda le norme concorrenti.” Ricordiamo in proposito il “conflitto” tra Ministero ed alcune Regioni all’epoca delle prime delibere regionali di abrogazione dei libretti di idoneità sanitaria.