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Semaforo? Nutriscore? No, grazie. L’Italia punta sull’ etichettatura a ‘batteria’
Da anni CNA Agroalimentare porta avanti diverse iniziative per contrastare sistemi di etichettatura supplementare fuorvianti e potenzialmente dannosi per le imprese rappresentate: circa 36 mila che coprono tutta la filiera.
Nel corso del 2018 il Ministero per lo sviluppo economico (MISE) in seno al proprio Tavolo agroalimentare ha istituito un gruppo di lavoro incaricato di elaborare una proposta italiana che individuasse una forma di espressione supplementare della dichiarazione nutrizionale.
La proposta sviluppata si configura come un’evoluzione delle attuali icone delle assunzioni di riferimento – delle quali recupera le colonnine – con l’integrazione del simbolo della “batteria”: una forma grafica di più facile comprensione per il consumatore, al quale viene fornita un’indicazione immediata su quanto la porzione di alimento che si andrà a consumare contribuisca al fabbisogno di energia e degli altri nutrienti (grassi, grassi saturi, zuccheri e sale).
La proposta, testata nel Paese su un campione di consumatori, e successivamente presentata alla Commissione europea nel maggio 2018, sarà ora oggetto di una sperimentazione più ampia e prolungata.
I principali vantaggi che avvalorano questo modello sono l’immediatezza, in quanto il simbolo della batteria privo di colori è focalizzato solo sulla variabile “pieno/vuoto”, la facilità di comprensione, la rappresentazione del concetto della batteria è di più facile comprensione anche per le fasce svantaggiate della popolazione, alle quali vengono immediatamente richiamati alla mente i dispositivi tecnologici di comune e quotidiano uso, e la capacità educativa, l’idea di riempimento della parte ancora vuota della batteria, disponibile da coprire con altri alimenti, lascia capacità critica e potere decisionale al consumatore finale.
Fonte CNA Agroalimentare
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