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Stati Uniti d’America – Prevista per settembre la prima revisione del Privacy Shield
Circa un anno fa, il 12.7.2016, dopo una fase di incertezza dovuta al fatto che l’accordo chiamato “Safe Harbor” era stato dichiarato illegale da una sentenza della Corte di giustizia Ue, è stato adottato il “Privacy Shield” che:
– si fonda su un sistema di autocertificazione in base al quale le aziende statunitensi che intendono ricevere dati personali dall’Europa s’impegnano a rispettare un insieme di principi in materia di tutela dei dati personali;
– prevede un riesame periodico dell’accertamento di adeguatezza al fine di verificare che le constatazioni relative al livello di protezione assicurato dagli USA nell’ambito dello Scudo continuino ad essere “giustificate in fatto e in diritto”.
Il Gruppo dei Garanti europei, proprio in vista del primo riesame, ha reso note le raccomandazioni indirizzate alla Commissione europea, che a settembre, negli Stati Uniti, dovrà relazionarsi con la Federal Trade Commission, il Dipartimento del Commercio, i rappresentanti dell’intelligence e il Mediatore (Ombudsperson).
I dubbi evidenziati dalle Autorità di controllo indipendenti europee riguardano:
a) la parte commerciale, cioè le garanzie riguardanti decisioni automatizzate o in relazione all’assenza di indicazioni specifiche per l’applicazione dei principi del Privacy Shield da parte delle società che operano, quali responsabili del trattamento, per titolari stabiliti in Ue;
b) gli aspetti riguardanti l’applicazione della normativa e la sicurezza nazionale, per i quali saranno richiesti garanzie in merito:
– al rispetto dei principi di necessità e proporzionalità nella eventuale raccolta massiva di dati personali;
– alle nomine dei quattro membri del Privacy and Civil Liberties Oversight Board (agenzia indipendente che si occupa della tutela della privacy e delle libertà fondamentali nell’ambito delle attività governative per la lotta al terrorismo);
– alla nomina e alle procedure del funzionamento della figura del Mediatore.
Per garantire che le autorità statunitensi siano in grado di rispondere costruttivamente alle preoccupazioni riguardanti l’applicazione concreta dell’Accordo, il Gruppo dei Garanti Ue comunicherà alla Commissione le informazioni e i chiarimenti su cui, anche alla luce dei commenti e delle criticità già evidenziate nel parere del dell’aprile scorso, concentrerà la sua attenzione.